I CAS - Centri di accoglienza straordinaria
I CAS, Centri di Accoglienza Straordinaria, sono strutture individuate dalle Prefetture, in convenzione con cooperative, associazioni e strutture alberghiere, secondo le procedure di affidamento dei contratti pubblici
Ultima modifica 29 aprile 2024
lle persone accolte sono garantiti servizi di accompagnamento e volti all’integrazione, servizi sanitari, vitto e alloggio, fino al momento del riconoscimento dello status di rifugiato, e fino a sei mesi successivi al riconoscimento.
Questo lavoro viene pagato attraverso fondi nazionali, che derivano da fondi europei (a cui anche l’Italia contribuisce), nella misura di una cifra “standard” a persona. È una cifra che si aggira intorno ai 35 euro al giorno per un adulto, che remunera tutto il servizio: gli educatori, il personale sanitario, i mediatori, gli avvocati, l’affitto delle strutture, il vitto, il vestiario, i trasporti e ogni altra spesa necessaria. Alla persona sono riservati 2 euro o 2,5 euro al giorno, una risorsa lasciata all’individuo, che si chiama tecnicamente “pocket money”.
Il percorso delle persone
Le persone accolte nei CAS fanno domanda di asilo, quindi il modo corretto di riferirsi loro è “richiedenti asilo”; entro alcuni mesi vengono chiamati a presentarsi a una Commissione presso la Questura che può riconoscere (o non riconoscere) lo status di rifugiato per motivi di:
- protezione internazionale
- protezione sussidiaria
- protezione umanitaria
Se la richiesta non viene accolta dalla Commissione, il richiedente asilo ha diritto a ricorrere contro il giudizio, una sola volta.
Se il ricorso non è accolto il richiedente asilo non può più rimanere nel nostro Paese.